Milena Ercolani presenta la nuova edizione di “Celesta”
Al battesimo dell’opera letteraria, Patricia
Busignani e Alessandro Quasimodo
per parlare di donne, di violenza, di riscatto e di
poesia
Poesia,
canto e musica. Ma soprattutto c’era lei, Celesta, una donna nata alla fine
dell’Ottocento, ma in tutto e per tutto una donna del Novecento, il secolo
delle grandi battaglie e dell’emancipazione femminile. Il secolo del riscatto.
Questo
il tema dominante del pomeriggio culturale al Centro Sociale di Dogana,
domenica 24 febbraio, in occasione della presentazione della nuova edizione di
“Celesta”, un libro racconto di Milena Ercolani, la poetessa presidente
dell’associazione culturale “La Sammarina”. A firmare la prefazione, Alessandro
Quasimodo, figlio del premio Nobel, che è intervenuto insieme a Patricia Busignani,
responsabile della campagna europea contro la violenza sulle donne, in
particolare la violenza domestica.
Questo
racconto, che parla di vita e di morte, di violenza e di ribellione, e lo fa con
il linguaggio delle donne, ha dato l’opportunità per una riflessione
approfondita sulla fatica e la debolezza delle donne in una società di uomini.
Celesta è una femminista ante litteram, forse inconsapevole della forza che la
spinge a ribellarsi alla violenza domestica quotidiana, ma fermamente
consapevole del fatto che non vuole soggiacere a “insulse consuetudini”.
Patricia
Busignani illustra i numeri di un fenomeno che anche oggi, in un’epoca di
parità conclamata riguardo ai diritti, vede le donne vittime designate della
violenza: una su tre a livello mondiale, un miliardo di donne violate. E poi,
le spose bambine, le bambine infibulate, gli stupri di guerra come strategia
militare, il femminicidio come prima causa di morte delle donne tra i 16 e i 44
anni.
Le
donne non hanno ancora finito di combattere per il loro riscatto, e oggi lo
fanno ballando. Come appunto è avvenuto il 14 febbraio scorso. E come fa
Celesta, che nella sua ignoranza contadina, balla contro la miseria, i soprusi,
le cattiverie.
Il
Segretario alla Cultura Giuseppe Morganti, che partecipa all’incontro, coglie
l’accento che viene posto sulla necessità di una presa di coscienza della
società civile e sottolinea che non ci sarà possibilità di futuro se non si pensa
ad uno sviluppo della cultura.
Alessandro
Quasimodo sottolinea invece il significato più profondo dell’opera della
Ercolani, quello di un viaggio dentro l’anima.
Così
come fanno i due ospiti d’eccezione del pomeriggio culturale: il jazzista
Roberto Monti e la cantante Barbara Bollini. Usano musica e parole che sono
pura poesia. Che sanno di bello e che elevano l’anima al cielo.